Pellegrinaggio a Medjugorje | La Croce Bianca (Krizevac)

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- Marianna 
Medjugorje, 3 maggio 2012
LA CROCE BIANCA
(Krizevac)

Nonostante il monte sia una precisa meta per tutti (o quasi) coloro che vanno a Medjugorje, non era certo la mia!
Sono partita da casa con la convinzione che “il monte alto” non lo avrei fatto; non sono per niente allenata a camminare in pianura figuriamoci azzardare la scalata di un monte. Inoltre, ho una paura tremenda del vuoto e dell'altezza; una paura che non mi permette di prendere l'aereo, di salire su scale troppo alte o di fare cose che per altri sono del tutto normali. Il sentiero della montagna è stato tracciato dai piedi dei pellegrini, se di sentiero si vuole parlare. Si arriva alla Croce Bianca attraversando massi e pietre di ogni dimensione e forma. Ho continuato a ripetere che non sarei salita nonostante i miei amici avessero intenzione di farlo. La sera prima, hanno cercato di convincermi, ma la mia risposta era sempre “No!”. Finché Armando mi ha detto che, prima di ogni cosa, alla Madonna io devo dire sempre sì, poi sarà lei a decidere se ce la posso fare o meno, ma anche a questa affermazione ho risposto … no! Arrivano le 5,30 del mattino, orario previsto per partire e volete sapere cosa ho fatto? Mi sono alzata, mi sono infilata tuta, maglietta, felpa e scarpe da ginnastica e.... Sono partita!
Mi sono però detta che se proprio non ce l'avessi fatta, in qualsiasi punto mi fossi trovata, sarei tornata indietro.
Giunti ai piedi del Monte sono iniziate le mie preghiere. Avevo bisogno di un aiuto che, il bastone da solo, non poteva darmi.
Quando è iniziata la salita mi sono resa subito conto che la strada che porta alla Croce Bianca è il SIMBOLO della vita e che contiene in sé, tutto il percorso, tutte le metafore della vita. Pur facendo il viaggio in compagnia, degli amici, del compagno o compagna della vita, pur incontrano tanti conoscenti lungo il tragitto, sei SEMPRE SOLO, con le tue forze, con la tua intelligenza mentale e spirituale ed è a queste che ti devi affidare. Durante il viaggio si incontrano tante persone, alcune si guardano e si passa oltre, altre anche solo con una parola o uno sguardo ti entrano dentro e lì rimangono per sempre, anche se, ognuno continuerà per la sua strada.
Durante tutta la strada chi non guarda attentamente il SUO percorso, ma guarda quello degli altri, inciampa e cade; quindi è necessario che ognuno di noi osservi solo e bene davanti a sè, senza giudicare il cammino dell'altro. Infatti, non sappiamo quanta fatica gli costa arrampicarsi sulle pietre della propria vita.
Nel viaggio troviamo massi grandi, piccoli, sassolini e qualche percorso più facile; questi sono tutti i nostri problemi, le nostre difficoltà. Ce le troviamo davanti e dobbiamo riuscire a superarle per poter proseguire, per arrivare alla Croce Bianca.
Durante il cammino tortuoso sulla montagna, incontriamo vie laterali che sembrano diritte; queste sono le comodità che cerchiamo quando il cammino diventa pesante e ci sembra difficile pregare, avere fede e continuare il percorso verso Dio. Allora diventa istintivo deviare in queste strade che, all'apparenza sembrano diritte e facili, ma che non portano in nessun luogo. Non portano alla Croce Bianca, ma alla fine di queste strade si trova il burrone.
Io ho continuato a salire con la preghiera, personale e di gruppo alle fermate delle stazioni della via Crucis e continuavo a chiedere l'aiuto all'Immacolata affinchè mi facesse arrivare. Non chiedevo di essere esentata dalla fatica, chiedevo di non aver paura. Mi sono accorta che il percorso è pieno di insidie per tutti e ognuno ha le sue paure, ma con la preghiera e la fede tutti possono arrivare in cima.
Durante il tragitto si trovano persone (nella vita amici) con i quali dividere il proprio fardello, il proprio bagaglio e quando il peso è portato in due, è più leggero. Inoltre, senza la paura del giudizio, ma con la serenità e la consapevolezza che dall'altra parte troviamo accoglienza e amore, ogni masso, pur pesante che sia, diventa lieve. Se rimaniamo uniti, ci aiutiamo a vicenda e ognuno di noi porta il suo piccolo seme e prende il piccolo seme che gli altri hanno da dare, potremo realizzare un giardino meraviglioso ricco di fiori diversi, di colori diversi e di profumi diversi. Per fare questo dobbiamo annaffiarci a vicenda.
In questo percorso non ho potuto aiutare nessuno, ho potuto fare solo piccolissime cose per chi era con me e mi sono resa conto che per poter aiutare gli altri, devo prima aiutare me stessa con tutte le mie forze a crescere e diventare forte.
Quanto più si ha la forza interiore tanto più saremo in grado di aiutare gli altri, ma è necessario pulire bene la nostra anima prima per non cadere nella trappola dell'interesse.
Il nostro tragitto sulla montagna, la nostra strada, la nostra vita ci sembra sempre che sia più difficoltosa che per gli altri, ognuno porta sulla cima il suo dolore, i suoi dispiaceri, le malattie proprie e dei famigliari o amici ma durante il percorso si conoscono persone che più serenamente portano una croce ben più pesante della nostra e a quel punto non possiamo più chiedere la grazia ma possiamo solo ringraziare per avere una croce più leggera, per la salute, per il lavoro per l'amore ma soprattutto per la VITA che abbiamo ricevuto in dono e, a seconda dell'uso che ne facciamo possiamo o meno farne un regalo a Dio.
Nella vita e sulla montagna, man mano che si sale e nonostante la stanchezza che si accumula, il percorso diventa più leggero, perchè l'esperienza ha formato la saggezza, così il nostro Angelo custode ci conduce amorevolmente durante il resto della strada.
Durante la salita accade anche di poter perdere qualcosa sulla montagna, si può rompere il bastone d'appoggio, si possono rompere le scarpe, ci può pungere un insetto, nella vita invece possiamo perdere il nostro lavoro che è il nostro sostegno, possiamo perdere l'amore, possiamo perdere i genitori e qualcuno purtroppo anche i figli, ma il nostro regalo a Dio deve essere sempre quello di continuare con serenità lasciando perdere l'orgoglio, la vendetta e la cattiveria. Dobbiamo salire col cuore pulito fino alla croce ( e tutti ce l'abbiamo fatta!!!)
Durante tutta la salita ci ha aiutato il bastone (sia benedetto lui e San Giuseppe!)
e la metafora del bastone è la preghiera.
La preghiera è il nostro sostegno, ci aiuta non solo a mantenere acceso il fuoco della fede ma a proseguire e ad appoggiarci nelle difficoltà e nello sconforto ma anche nella gioia di ringraziare Dio.
Una volta raggiunta la cima abbiamo avuto la giusta ricompensa, siamo arrivati ai piedi della Croce Bianca e l'abbiamo ammirata nella sua maestosità, avevamo la consapevolezza di avercela fatta, di sapere che sempre di fianco a noi troveremo qualcuno disposto ad aiutarci e sempre troveremo qualcuno da poter aiutare che è una ricompensa maggiore dell'essere aiutati.
Abbiamo portato là sopra: sofferenze, malattie, depressioni, scoraggiamenti; abbiamo portato tutti i nostri cari fin lassù poi abbiamo lasciato tutto ai piedi della Croce, preghiere, corone, foto, propositi, nomi, candele con la fede profonda che la Madonna si occuperà di tutto quello che le abbiamo affidato.
Ai piedi della croce abbiamo fatto un grande cerchio, ci siamo dati la mano, ci siamo scambiati onde di energia pervasa di fede e con la preghiera abbiamo regalato al cielo tutte le nostre pene.
Se faremo tesoro di questo meraviglioso percorso la Madonna aiuterà ognuno di noi a proseguire nella nostra vita in grazia di Dio.