Non sei tu che vai a Medjugorje, è la Madonna che ti chiama!

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- Antonietta
Medjugorje non si descrive, si vive. Attimo dopo attimo. Lacrima dopo lacrima. E' vero quando si dice che non decidi tu quando andare. E' Maria che ti chiama, che fa coincidere tutte le cose affinché tu vada. E tu ignara corri, credendo di andare ad un normale pellegrinaggio. Ed è quando arrivi, quando tocchi quella terra con i tuoi piedi che ti rendi conto che qualcuno ti sta aspettando. Sensazione strana, incredula cominci i tuoi giri, le tue pratiche religiose, le tue preghiere. Sempre, però, con quella sensazione di essere accompagnata. Non ti senti mai sola, preghi durante la celebrazione della Santa Messa e accanto hai una persona americana, avanti una persona australiana, dietro una persona tedesca. Ognuno recita nella propria lingua ma la voce è unica, il pensiero è fuso ed anche senza toccarsi sembra che siamo uniti, intrecciati con le dita, così vicini da sentire la sensazione della pelle dell'altro. Insieme anche madri con i piccoli in braccio, il cieco con l'ausilio di un bastone, giovani pieni di speranze, famiglie che recitano il santo rosario, la persona che soffre e che spera in una mano tesa. Sali il monte delle apparizioni e se qualche dubbio ti assale c'è qualcuno che lo dissipa, così, spontaneamente: un abbraccio improvviso da uno sconosciuto, una manina sconosciuta che stringe la tua, la richiesta di aiuto fatta da uno sguardo triste di uno sconosciuto. E quella voglia così prepotente di pregare, di invocare la Madre. all'inizio è un grido ruvido, solitario, quasi primitivo. Poi, diventa una melodia, qualcosa di estremamente dolce che esce dal tuo cuore e viene accolto con altrettanta dolcezza. La sensazione è quella di aver trovato una Madre che ti pone al centro dell'universo, non sei più una parte di esso, ma la parte di esso. Ti senti coccolata, accarezzata, abbracciata. Il tuo cuore comincia a sciogliersi e ritorni bambino, come quando recitavi la preghiera davanti all'immagine di Maria e l'emozione ti stringeva la gola.
Il tempo, i problemi, le delusioni ci induriscono il cuore, ci rendono egoisti, insensibili, frettolosi, superficiali. Medjugorje spazza via tutto ciò ed il tuo cuore torna a battere all'impazzata, emozionandosi per ogni minima cosa, scoppiandoti nel petto per la felicità di qualcosa ritrovata.
Il dubbio era se questo essersi ritrovata sarebbe durato tornando a casa. Dubbio sparito. A casa torni carica, felice, piangi tre giorni e ti spogli di tanti pregiudizi, di tante cose inutili, di tanti rancori. Cominci una vita nuova, cercando contatti che abbiano avuto la tua stessa esperienza, con cui emozionarsi nel raccontare i tuoi ricordi, con cui pregare quasi con un canto il Santo Rosario.
E la voglia di cantare, almeno per me, diviene il filo conduttore delle giornate, canto di gioia, di ringraziamento, di condivisione.
E questo è per me Medjugorje, e lo è ogni volta che vi torno. Quando ciò non mi è possibile è la Madonna che viene da me, con una immagine regalata da un conoscente, con una statuina ritrovata tra le cose in garage, con una coroncina che ti ritrovi una borsa riposta tempo prima. Che dire di più se non un costante e spontaneo grazie a Colei che ha voluto tutto ciò e di cui io mi sento amata e prediletta figlia.


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